Fondi d’investimento o ETF?

dipendenti pubblici

I fondi d’investimento spesso non ottengono mai guadagni superiori ai benchmark di riferimento, piuttosto i loro rendimenti sono a volte più bassi delle aspettative.

Conviene allora investire i proprio risparmi nei fondi di gestione?

Gli esperti danno un parere positivo sui Sicav comuni, purché si faccia attenzione ad alcune cose.

Il portafoglio differenziato

Il portafoglio diversificato è una priorità performativa. Sempre avere titoli diversi per area geografica, profilo di rischio e comparto. La variazione deve valer per obbligazioni, azioni, valute, preziosi e materie prime. Infatti puntare su azioni dello stesso settore, può comportare dei crack.

Altro cardine: la stabilità dei titoli. Quindi indagare sul fondo completo non è mai una brutta idea. Orientarsi sempre verso settori americani, europei e, al massimo, qualche obbligazione a basso rischio.

Diffidare dell’andamento ottenuto in passato dal fondo. Serve valutare anche il rischio e le reali possibilità che un fondista è disposto a giocarsi.

Tipi di fondo

Anche la conoscenza dei tipi di fondo aiuta molto. Oggi come oggi troviamo:

  • fondi obbligazionari: meno rischiosi, legati a obbligazioni di stato. Unico inconveniente: le obbligazioni dei paesi terzomondisti.
  • fondi azionari: legati alle azioni di uno stato e ad alto profilo di rischio, ma anche di guadagno elevato.
  • fondi immobiliari chiusi: hanno nel portafogli immobili e partecipazioni in società immobiliari – molto in uso negli speculatori. Sono chiusi, limitati a un solo tipo di mercato e alla scadenza le quote vengono rese indietro (perdite o guadagni è indifferente)
  • fondi hedge: quelli predisposti alla speculazione e a un mercato aggressivo – se non si è del settore, meglio lasciar perdere, ma ne potete trovare un esempio in questo fondo PIMCO INCOME FUND “E” EUR HEDGED EUR INC di PIMCO GLOBAL ADVISOR LIMITED , codice ISIN ie00b8n0mw85
  • fondi bilanciati: a metà fra azioni e obbligazioni e variano per profilo di rischio e possibilità di guadagno.

I fondi sono poi suddivisi in aperti o chiusi.

I primi possono accumulare capitale anche dopo la chiusura; i secondi, invece, fissano la quantità di capitale e basta. Ci sono poi dei casi eccezionali di mercati secondari per rientrare.

Ancora abbiamo fondi non quotati e quotati. I primi non convertibili in borsa, hanno commissioni alte e possono rendere anche poco.

I secondi sono più liquidi, hanno buoni rendimenti, ma costi alti.

Gli ETF

Questi ultimi sono quelli che sono ideali per i risparmiatori poco inclini al rischio. Infatti la strategia che seguono è quella di restare allineati al benchmark di riferimento. Inoltre hanno bassi costi di gestione. Possono essere acquistati o venduti come azioni rapidamente, sono trasparenti e tengono aggiornato il fondista sulla variazione dei costi e dei guadagni in tempo reale.

Hanno pacchetti flessibili e consentono l’accesso ai mercati e a strategie di gestione. Non hanno quasi nessun rischio, perché il patrimonio è dei soci possessori di quote o azioni e anche in caso di liquidazione della società che controlla il fondo, non ci sono perdite.

Come potete vedere la partita fra ETF e fondi comuni è un po’ come scegliere fra una partita a scala tranquilla o una a poker. A voi la scelta.