Come si valuta la convenienza di un prestito?

Capita a chiunque, nel corso della propria vita, di dover ricorrere a banche o istituti di credito per richiedere un prestito. In questo articolo vedremo quali sono gli aspetti che non vanno sottovalutati e che, anzi, bisogna tenere ben presenti per non incappare in spiacevoli sorprese.

La prima raccomandazione è quella di non fermarsi alla prima offerta di prestito che si riceve. Infatti, per ottenere un finanziamento in linea con le proprie esigenze, è necessario rivolgersi a differenti istituti e confrontare tra loro tutte le offerte ricevute.

Per risparmiare tempo e denaro si possono utilizzare i comparatori che si trovano online che permettono, appunto, in pochi click di avere una panoramica sulle offerte dei vari istituti di credito. Richiedere un preventivo a una società finanziaria, come ad esempio Figenpa, è assolutamente gratuito e non comporta alcun tipo di vincolo tra le due parti.

Il tasso d’interesse

La convenienza di un prestito si calcola sostanzialmente sulla base di due elementi: i costi obbligatori e quelli non obbligatori.

Il tasso d’interesse rientra nei costi obbligatori e rappresenta il parametro base sul quale saranno calcolati gli interessi passivi dovuti all’ammontare del prestito ottenuto e le rate di rimborso.

Il tasso d’interesse, conosciuto anche come TAN, può essere di diversi tipi:

  • fisso: il tasso d’interesse, in questo caso, viene stabilito durante la fase di stipula del contratto e resta immutato per tutta la durata del finanziamento. I tassi d’interesse fissi sono generalmente inferiori a quelli variabili e permettono a chi ne usufruisce di avere una maggiore pianificazione e organizzazione delle proprie spese;
  • variabile: anche in questo caso il tasso d’interesse viene stipulato inizialmente, ma viene poi calcolato in maniera periodica secondo alcuni parametri tra cui la variazione del costo del denaro;
  • misto: si tratta di una tipologia di tasso d’interesse che può passare da fisso a variabile e viceversa a seconda di quelle che sono le condizioni inserite nel contratto;
  • agevolato o zero: in alcuni casi specifici si può arrivare all’abbattimento parziale o totale del tasso d’interesse.

I tassi di interesse possono variare a seconda dell’istituto a cui ci si rivolge e da quelle che sono le finalità del finanziamento.

Gli altri costi obbligatori

Il tasso di interesse non è sfortunatamente la sola spesa obbligatoria da affrontare quando si richiede un finanziamento. Bisogna, infatti, tenere conto delle cosiddette spese accessorie che fanno lievitare significativamente il costo finale del prestito.

Ecco le principali:

  • spese di gestione e incasso rata: variano a seconda del prestito, si tratta solitamente di cifre assai ridotte;
  • spese di istruttoria: sono le spese da affrontare per fare in modo che la banca o l’istituto possa avviare la fase di istruttoria. Può trattarsi di una percentuale dell’intera somma richiesta oppure di una somma fissa;
  • spese assicurative: in alcuni casi, per poter accedere a determinati prestiti, è necessario sottoscrivere delle polizze assicurative. Le più frequenti sono le polizze contro la perdita del lavoro o quelle sulla vita e gli infortuni.

L’ammontare delle diverse spese obbligatorie contribuiscono al calcolo del TAEG. Grazie all’osservazione di questo indicatore, è possibile confrontare in maniera veloce tutte le offerte di prestito ottenute dai diversi istituti a cui si è chiesto un preventivo.